Che cos’è?
I primi interventi in artroscopia del polso risalgono alla fine degli anni 70. All’inizio l’interesse era piuttosto di tipo diagnostico, in quanto questa nuova tecnica mini-invasiva consentiva di analizzare in modo diretto le patologie intrarticolari. Negli anni 80 e 90 si sono sviluppate di seguito diverse tecniche per trattare le patologie più frequenti del polso. Oggi l’artroscopia viene usata regolarmente dagli specialisti che si occupano di chirurgia del polso per ridurre i tempi di recupero, minimizzare i rischi operatori e ottenere anche un risultato estetico migliore. L’artoscopio (telecamera) viene introdotto attraverso una minuscola incisione della pelle. L’ottico (a sinistra nell’immagine) trasmette le immagini ingrandite su un video e permette al chirurgo di visualizzare in modo dettagliato l’articolazione al suo interno. Grazie a piccoli strumenti manuali (a destra nell’immagine) è possibile individuare in modo diretto le diverse patologie. Oltre a una valutazione statica dell’articolazione, l’artroscopica consente di analizzare anche problemi di tipo dinamico, che risultano cioè unicamente quando il polso viene mosso.
L’artroscopia è comunque una tecnica chirurgica invasiva che richiede un lungo apprendimento e indicazioni precise. Prima di procedere, il paziente dev’essere sottoposto a una visita specialistica dettagliata che prenda inoltre in considerazione ogni tipo di indagine strumentale (tomografia computerizzata, radiografie, risonanza magnetica, ecc.). Durante la pianificazione dell’intervento, il chirurgo deve valutare anche l’eventualità di passare a una tecnica a cielo aperto durante la stessa seduta operatoria.
Cosa si può curare in artroscopia?
Se prima si privilegiava l’aspetto diagnostico, oggi nella maggior parte dei casi l’approccio artroscopico consente anche di risolvere il problema. Combinando l’artroscopia con tecniche tradizionali a cielo aperto, è inoltre possibile ridurre le incisioni e quindi i rischi di lesioni neurovascolari, tendinee e legamentose.
La tecnica artroscopica è indicata per:
– diagnosi di problemi acuti e cronici del polso e del carpo (p.es. instabilità)
– valutazione diagnostica di articolazioni artrosiche
– debridement, risciacquo intrarticolare, rimozione di corpi liberi in articolazioni artrosiche
– risciacquo articolare in caso di artrite settica (infezioni)
– biopsie intrarticolari (p.es. in caso di tumori)
– artrolisi e sinovectomie
– escissione di gangli dorsali e palmari
– sutura e/o ricostruzione di legamenti (p.es. legamenti scafo lunare e luno piramidale)
– interventi di stabilizzazione dell’articolazione radio carpica (p.es. capsulodesi)
– interventi di stabilizzazione dell’articolazione radio ulnare distale
– sutura e/o ricostruzione del disco triangolare (TFCC)
– artroplastiche di abrasione e di resezione (p.es. stiloidectomia)
– sindrome da impatto con resezione parziale dell’ulna distale (p.es. Wafer)
– assistenza artroscopica per l’osteosintesi delle fratture del polso e del carpo
– assistenza artroscopica per artrodesi parziali del polso (p.es. tra radio, scafoide e semilunare)
– …
Negli ultimi anni i chirurghi dediti all’artroscopia di polso hanno sentito il bisogno di riunirsi in società e gruppi di specialità per poter avere uno scambio continuo delle proprie esperienze e poter progredire ulteriormente affinando le tecniche artroscopiche nell’interesse del paziente.
Per chi fosse interessato, qui di seguito alcuni link:
– www.wristarthroscopy.eu
– www.aga-online.de