Che cos’è?
È l’artrosi che colpisce l’articolazione trapezio-metacarpale della mano. Di solito consiste in un’usura degenerativa della cartilagine alla base del pollice e interessa comunemente le donne al di sopra dei 40 anni. Può essere anche la conseguenza di una frattura del primo metacarpo o del trapezio.
Il dolore e la perdita di forza, specialmente del pollice, sono i sintomi caratteristici di questa patologia. La deformazione del pollice limita i movimenti di presa (p.es. l’apertura di una bottiglia) e in generale la funzione della mano.
Lo specialista basa la sua diagnosi sull’esame clinico e radiologico. Ci sono diverse classificazioni degli stadi della malattia, che descrivono i cambiamenti degenerativi dell’articolazione trapezio-metacarpale da un punto di vista puramente radiologico. Questo tipo di valutazione non corrisponde però sempre in modo lineare a quella che è la sintomatologia propria di questa patologia di tipo infiammatorio e degenerativo.
Come si cura?
Come per la stragrande maggioranza delle malattie degenerative delle ossa, la terapia conservativa (medicamenti antinfiammatori, tutore, infiltrazione di corticosteroidi, ergoterapia) è puramente sintomatica, volta ad alleviare i dolori. Se il dolore diventa insopportabile, è consigliato l’intervento chirurgico, che consiste di regola nella resezione del trapezio, al posto del quale viene inserita una striscia di tendine prelevata dal polso. In alternativa, grazie all’evoluzione delle tecniche chirurgiche e dei materiali, oggi è anche possibile optare per l’inserimento di una protesi.
Dopo l’intervento viene applicato un tutore per 3-6 settimane. Il paziente è seguito da subito da un’ergoterapista. La fase di riabilitazione dura dai 2 ai 4 mesi e determina la durata dell’incapacità lavorativa.